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La Monsanto parte all'attacco!


Il glifosato, l’erbicida brevettato dalla Monsanto, e spacciato ormai in ogni negozio di agraria sotto diversi nomi continua a impensierire. Si trova nella verdura e si trova anche nel pane. Anche perché viene usato ormai ovunque, anche nelle aiuole per cercare di estirpare le erbacce. Ricercatori della Boston University e Abraxis LLC hanno trovato tracce significative di glifosato perfino nel miele. Addirittura il 62% dei mieli convenzionali risultano contaminato, ma udite udite anche il 45% dei mieli biologici . L’uso degli erbicidi, riconducibili soprattutto al principio attivo noto come glifosato, prodotto di cui la Monsanto ha detenuto il brevetto esclusivo fino al 2001, e oggi commercializzato sotto diversi nomi da diverse case produttrici, viene largamente utilizzato come un prodotto innocuo. In Italia il glifosato purtroppo, seppur ritenuto dannoso per il sistema endocrino e riproduttivo umano, non capiamo bene come, non viene neppure cercato dalle autorità preposte al controllo. Come conferma l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) la sua presenza nelle acque è ampiamente confermata anche da dati internazionali, ma il suo monitoraggio, in Italia, è tuttora effettuato solo in Lombardia, dove la sostanza è presente nel 31,8% dei rilevamenti nelle acque superficiali. La verità è che il glifosato si ritrova ormai dappertutto, anche nel latte materno. Bisogna ridurre al più presto l'uso sconsiderato di questo erbicida: una tesi sempre più condivisa anche nel mondo della ricerca scientifica. (Fonte: Natural News) Dopo che l’International Agency for the Research on Cancer (IARC) dell’OMS di Lione ha incluso l’agente nella lista dei probabili cancerogeni per l’uomo, la MONSANTO è partita all'attacco! Ha infatti annunciato di aver incaricato una società specializzata chiamata Intertek Scientific & regulatory Consultancy di selezionare un panel di esperti di salute pubblica, medicina ambientale, oncologia e così via affinché analizzi in modo indipendente e trasparente i dati oggi a disposizione, a partire dagli stessi citati dallo IARC, per giungere a conclusioni proprie, nella sicurezza che tali conclusioni saranno favorevoli al glifosato. Non ha ricordato, anche se la notizia è comunque pubblica, che sarà la stessa Monsanto a fornire alcuni dei dati da analizzare. In altre parole, non lascerà gli esperti del tutto liberi di verificare tutti i dati affidabili disponibili, ma ne orienterà il lavoro, fornendo materiale che essa stessa avrà giudicato attendibile. Non propriamente una procedura all’insegna della libertà scientifica. Si capisce bene, comunque, perché la Monsanto tenti in ogni modo di difendere uno dei sui prodotti di maggiore successo degli ultimi anni: secondo le stime della US Geological Survey, il consumo è passato dai 50 milioni di tonnellate del 2002 ai 128 del 2012, e la tendenza è quello di crescere, perché le piante infestanti sono sempre più resistenti e quindi hanno bisogno di dosi maggiori della sostanza per avere lo stesso effetto, soprattutto quelle OGM Roundup easy. Tratto da: Il fatto alimentare: Agnese Codignola (giornalista scientifica)

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